Non sono contento delle spese che fai. Possibile che tu debba uscire ogni sera? Possibile che tu, più volte a quanto capisco, debba mangiare fuori? E poi? Quali altre spese? Continui in questo tuo atteggiamento di assoluto menefreghismo nei nostri confronti, continui in questa estate di bugie e rifiuto di consigli. Non sono sereno, te lo dico chiaramente, e spero solo che una volta qui ti dia una regolata rispetto a questo sregolamento dei sensi. Sappi che le regole qui non sono cambiate e non cambieranno. Puoi rispondermi o meno: sono oramai abituato ai tuoi silenzi.
Continui a fare paragoni. Noi non siamo e non ci comportiamo come gli altri. Facciamo ciò che riteniamo giusto e che crediamo essere la cosa migliore. In un mondo che ha eletto il consumo a proprio idolo (e per questo sta morendo) noi crediamo in altro. Mai nel denaro. Ne parliamo quando torni.
"Non si ripeterà più" non dovrebbe essere solo un modo di dire relativo alla puntualità, ma al modo di comportarsi: mangiare insieme, essere puntuali, non fare tardi, rispondere ai messaggi...
Non credi di stare continuando a sbagliare? Dove sei stato? Che stai facendo? Quando deciderai di organizzare, in maniera adeguata al tuo futuro, il tempo?
Ti pregherei di essere più responsabile: il telefono lo lasci a me e ti concentri nello studio e nel recupero degli impreparati, perché quello che scrivi sono scuse.
Il tuo futuro te lo giochi ora, con le scelte che fai ora (anche in questo momento). Quindi decidi bene chi vuoi essere perché se non ti aiuti, se non ci aiuti, potremo fare ben poco in seguito.
Non credere di avere il primato delle lacrime, visto che noi per te e i tuoi fratelli piangiamo ogni giorno.
Ti devi solo vergognare del tuo comportamento, delle tue bugie e delle tue false promesse.
Ma se non ti importa niente di noi e di te stesso, almeno cerca di rispettare le indicazioni di legge.
Avevamo stabilito altro, mi sembra. Così come mi sembra che io sia sempre disponibile nei tuoi confronti a differenza di te.
Oggi hai giocato alla Playstation, visto un film e sei uscito. Cioè dello studio non te ne sei proprio importato.
Bene. Non vuoi ricevere messaggi e telefonate? Non ne riceverai. Vuoi che io me ne vada a dormire felice e contento? Te lo puoi scordare. Penso di averti dimostrato con i fatti quello che mi preoccupa (e certamente non puoi negare che ho ragione di preoccuparmi di alcune tue azioni), per cui viviti i tuoi diciotto anni e lasciami alla mia vecchiaia di merda e pessimista. Non sei un bambino ma non sei ancora neanche un adulto conscio di quello che può accadere con le sue azioni. Quando hai avuto bisogno di me (e anche quando non mi volevi) ci sono stato. Perché questo fanno i genitori. Supportano, aiutano, ma dicono anche di no. Questo è l'ultimo messaggio che ti mando.
Che dirti? Posso starti vicino come padre ma, sempre come padre, devo dirti anche altre cose: tu vivi le sofferenze dei tuoi 18 anni come assolute ma, non sai cos'è il dolore della perdita, di veder morire, a quell'età, la persona che si ama, a soffrire l'abbandono di chi non potrà esserci, per sempre. Allora dai un orizzonte al tuo "non riuscire". Dagli il giusto peso ed impegnati, ora, per costruire te stesso. Nell'impegno quotidiano dello studio, della lettura anche dello sport. Vi sono impegni vicini che vanno onorati, scelte da fare. Ci saranno altri tempi di gioie e di dolori, di felicità improvvisa e di tormenti, di amore e amicizia, di morti e passioni. Ora hai 18 anni, con le sue passioni tristi, le nuvole scure, i sentimenti che sembrano assoluti. Attraversa questo tempo senza fartene dominare, trova le motivazioni per prepararti al domani, trova la strada della tua passione di studio, leggi e trova nei libri la risposta ai tuoi tormenti. Lascia perdere le vie facili dello sballo e del "cervello quantico", le cose si attraversano (e si conquistano) con fatica, dolore, impegno. Anche il "male" di oggi sarà diverso.
Ti sembra normale passare i giorni così? Di giorno a letto a dormire, di pomeriggio cellulare a giocare e poi esci e rientri alle cinque? Credi che sia questa la vita da vivere? Vuoi sprecare le tue possibilità? Vuoi distruggere la pace familiare che con fatica portiamo avanti? Sono 4 mesi che non prendi un libro, non ti metti seriamente a studiare e riflettere su quello che dovrebbe essere il tuo futuro. E lasciamo stare la mia angoscia, il dolore di D., la famiglia in ambasce. Almeno cerca di riflettere su di te. Ritrova il centro, riorganizza la tua giornata. Tutto quello che mi avevi promesso lo hai buttato al macero. Oggi è il 4 settembre: basta con i rientri alle 2, alle 3, alle 4, alle 5. Considera te stesso e anche, a questo punto, soprattutto noi che abbiamo ripreso le nostre vite lavorative e abbiamo bisogno di sonno e tranquillità per far bene il nostro lavoro. Non essere egoista rischiando per un piacere immediato di perdete il futuro, la stima, persino l'affetto. È nella famiglia che ci sono le radici e per quanto siano importanti gli amici, è lì la vera energia e forza da cui attingere. Inizia da oggi un comportamento migliore: rientro a mezzanotte, sveglia alle sette, studio, guide, campetto e uscita. Ma fallo rispettando le forze e gli orari di famiglia: pranzo e cena, rientri; non considerare la casa come un albergo, non lo è: è un luogo di sentimenti e affetti. Rifletti su quello che può essere la tua vita, l'università, la prova che ancora devi affrontare (e dovresti cercare di affrontarla al meglio), la possibilità che hai di vivere una esperienza importante in una città diversa. Non sprecare quanto fatto né i soldi spesi (col rischio di averne buttati un bel po' dalla finestra). Attendo.
Considera anche che noi abbiamo raggiunto un'età in cui i malanni, anche gravi, cominciano a manifestarsi: fisici e mentali. E non parlo solo dei dolori a gambe e piedi, ma quelli più seri che riguardano cuore e cervello. Uno stile di vita sano e tranquillo garantirebbe una migliore integrità dei nostri corpi e delle menti. Iniziamo ad essere anziani. Pensa anche a questo.
Vorrei sapere come sta andando. Stai studiando? Stai seguendo le lezioni? Ti stai impegnando senza perderti dietro altre cose? Stai facendo una vita sana (andare a dormire e svegliarti in modo regolare, non fumare, mangiare sano ed a orario...)? Dove mangi, mensa o casa? Sei attento ai soldi? L'investimento economico ed emotivo che abbiamo fatto non è di poco conto. Spero tu te ne renda conto.
Sono molto preoccupato. E non (non solo) per il coronavirus, ma per il modo in cui stai affrontando l'università. Vai a dormire tardi (è possibile che vai a dormire ogni giorno tra le 2.30 e le 4.30?); non segui alcune lezioni (se vai a dormire tardi e mi scrivi che ne devi recuperare alcune, significa che la mattina non ti svegli e quindi non le segui); non studi quanto dovresti e potresti. l'università da parte nostra è un atto di fiducia e un investimento. Io non sono potuto andare a studiare a Roma perché mio padre non aveva i soldi per mantenermi. Poter continuare a studiare lì, per te, comporta essere in regola con gli esami e i cfu e il programma del Collegio (perché solo in questo modo tu puoi continuare a stare in collegio e noi possiamo accedere a una borsa di studio che consente di farci diminuire il pagamento delle tasse). In altro modo non solo saremmo in difficoltà economica (e già questo basterebbe), ma soprattutto come genitori non potremmo consentirti di buttare la tua vita. Puoi arrabbiarti, odiarci, dirci che abbiamo fallito come genitori o dire quello che vuoi, ma questa è la realtà. Il compito nostro è preoccuparci del tuo avvenire e, nel caso, intervenire per come riterremo giusto per te e per la famiglia. Come vedi, anche se sei distante, noi continuiamo a preoccuparci, a discutere, a cercare (per quel che è nelle nostre possibilità) di indirizzarti. Ma lo sforzo maggiore, la presa di responsabilità (perché è di questo che si tratta) e di cura di te stesso (e di noi), il senso del dovere sono tutti a tuo carico. Comprendi queste cose non lasciartele passare addosso, impegnati al meglio, come sei in grado e sai fare. Con affetto.
È evidente che quanto ti scrivo e ti dico non ha per te alcun interesse né importanza. Le conseguenze delle nostre (mie e tue) azioni faranno soffrire tutti. Spero di sbagliarmi.
Vorrei scriverti tante cose... Però ora non riesco. Ti mando una foto di stamattina che esprime uno stato d'animo: la gioia e la nostalgia, l'amore e la paura. Sai quanto ti voglio bene.
Buongiorno. Per mia tranquillità ho bisogno di essere rassicurato sul fatto che sia tutto a posto. Perdonami quindi per le domande "di controllo": l'esame di cui hai fatto l'esonero, l'hai fatto registrare? I due esami che devi fare, li hai prenotati? Insomma, le questioni tecniche e organizzative sono risolte?
Sei nato alle 9.30 di venerdì 1 febbraio. Io ti ho visto 15' dopo, nella incubatrice, con la tutina gialla e gli occhi curiosi aperti sul mondo. E il cuore ha fatto un tuffo, e da allora continua a battere senza sosta e a fare capriole. E credo non smetterà mai di farlo, e quello che sento per te non so neanche esprimerlo. Buon compleanno figlio mio.
Ci sono cose che già ti ho scritto e detto: sulla famiglia su cui puoi sempre contare, sugli amici che scompaiono, quelli della "fortuna" che oggi ci sono e domani no. Io sono stato fortunato: ho un amico che è con me da quasi 50 anni, ed un altro che ho conosciuto all'università. Due amici sono un mondo intero. Non essere troppo duro con i tuoi, forse non sono amici ma solo conoscenti di una età, di un periodo della tua vita. Ce ne saranno altri, e alcuni forse saranno quelli giusti, quelli per sempre, come l'amore. Vivi, ora, con quelle persone che ci sono intorno a te, contando poco su quelli che hai lasciato (e magari ti sorprenderanno oggi...), sapendo che qui, in questa casa, c'è chi ti pensa, e ti ama.
Ti voglio bene, anzi ti amo con tutto il mio cuore.
Noi ti parliamo di famiglia, affetto. Lo capisci come ci sentiamo? Essere responsabili non solo verso se stessi ma anche verso i propri cari. Ma come credi ci sentiamo?
La situazione è questa. Crediamo tu non stia facendo niente. E la cosa grave è che tu non ce lo abbia detto. Unica soluzione è che tu rientri e studi da qui. Almeno risparmiamo gli inutili soldi della settimana. Sarà un inferno, per te e per noi, ma questa da genitori ci sembra l'unica soluzione.
Vorrei tu riflettessi su questo: non c'è più tempo, non puoi più procrastinare. Sono rimasti poco più di due mesi per prepararti al meglio, per vedere di restare lì, per dare una svolta alla tua vita. Quindi, per favore, metti via il telefono che ti distrae e ti procura i fastidi anche fisici che sai. Mettiti con impegno a studiare. Riprenditi seriamente la vita.
Riesci a vederci? Riesci a guardare il noi che c'è al di là del tuo io? Puoi farlo? Vuoi farlo? Riesci a non prenderci, prenderti in giro? Due mesi fa sei sceso dal treno facendo una promessa. Possibile fossero solo parole? Io sono disperato. Io ti vedo passare i giorni a non far niente, mentre ti consumi in giochi, ricerche insensate, noia, orrori quotidiani. E noi deperiamo con te, spezzati dall'incapacità di scuoterti. Sì, sono un incapace, illuso di spingerti all'essere responsabile. Incapace anche di essere brutale, incapace di dirti il mio pianto. Incapace nell'angoscia. Inutile. Puoi sentire il mio senso di inutilità? Io non sono niente. Solo un padre.
Tu non comprendi, non puoi comprendere come noi ci sentiamo, come IO mi senta, non ne puoi avere un'idea, neanche piccola di quello che ho IO dentro, nello stomaco, nella testa, nel cuore. Non ne puoi avere idea
Il fatto che hai di nuovo tolto la condivisione dell'accesso e la visibilità non comunica nulla di buono. Continui a dire che la famiglia è più importante, ma non fai niente per mettere in pratica questo pensiero.
Sì, io sarò pure uno stronzo, come dici tu, ma non credo che meritiamo tutto questo. Le nostre "colpe" le abbiamo abbondantemente pagate durante tutta la nostra vita. Cerca di capire. La preoccupazione è per il tuo futuro, non certo per noi. Cerca di portarci alla luce, di vederci. E forse capirai.
Lo so. E però a volte è così grande il bisogno che si viene meno. Dall'ultimo capitolo del libro di Zimbardo, per promuovere resilienza e virtù civica: "Ho sbagliato". Cominciamo imparando ad ammettere i nostri errori prima a noi stessi e poi agli altri... "Sono responsabile". Assumere la responsabilità delle proprie decisioni e delle proprie azioni...". Il messaggio finale, dopo gli orrori raccontati, è di speranza.
Figlio. io non lo so se i miei sono sproni o rimproveri, ma sento l'esigenza di scriverti perché le cose non vanno bene, Le preoccupazioni per te e per ** aumentano, non ci fanno dormire la notte. E' il respiro che manca e che fa accucciare a terra e piangere. Oggi sentivo Mia Martini cantare " Almeno tu nell'universo" e mi sono messo a piangere. C'è una lama che non va via e taglia stomaco, intestino, cuore, lacera l'anima. Mi trovo a pregare Dio, io che non credo, come quando ero ragazzo. Figlio. Cosa stai facendo della tua vita? Sono preoccupato che questo abbandono del tentativo di studiare, di organizzare il lavoro preluda ad altri mesi di inedia, di sonno e stravaccamento nel letto. Mi hai detto, quando ci siamo sentiti, "mi piacerebbe andare al mare". Ma non è già vacanza quella che fai? Sono rimasto di sasso quando hai detto che sei andato in Liguria. Ma pensi a luglio? Pensi a quando tornerai? Mi piacerebbe credere che ti stai organizzando lo studio, che comunque stai preparando un esame per non perdere la "manualità", l'elasticità della mente che va curata come un muscolo. E' rimprovero, questo? Io lo credo un invito, uno stimolo a pensare. Pensi mai a cosa sarà a luglio? Lo sai la vita che noi facciamo qua, con tuo fratello sempre più arrabbiato e silente e che ci odia? Ci odi anche tu? Non mi importa, non mi importa. Basta che nella tua mente sia chiaro quello che vuoi fare. Ma non domani, non procrastinare. Già viviamo in un inferno, anzi non viviamo, siamo nel limbo in attesa. Chiamami.
Io anziano di sicuro e quest'anno sono invecchiato ancor di più. E l'angoscia non smette,. Non smette il pensiero di te e la paura.
Io non so ancora cosa vuoi fare della tua vita.
Pensieri in libertà. La voglia di chiamarmi di ieri è forse frutto di sensi di colpa? Credi di aver fatto cose che non avresti dovuto fare, o che io avrei potuto immaginare sbagliate, e l'ansia ha preso il sopravvento? E, pensando a ieri, forse dobbiamo ricalibrare le cose: chiudere con *, vedere qualcosa di pratico, un lavoro, un impegno quotidiano di "fatica" (visto che i libri sono fonte di angoscia), cercare di vincere l'inedia, sapere che la vita non è una vacanza perenne, e che la sofferenza ne è parte integrante. Ci sentiamo più tardi.
È arrivato il momento di mettere un punto fermo a tutto e di chiudere con *. Ti prego quindi di farti mandare la fattura degli incontri fatti e chiudere. Fine settimana possiamo venire io o mamma per i bagagli.
La situazione è talmente grave in famiglia che stiamo pensando di separarci. Non ci sono colpe. È degenerata ogni cosa. Abbiamo fallito come coppia e come genitori. Ma questo non riguarda voi. Non c'entrate, riguarda me e D..
Quindi è questa la vita che vuoi fare?
Non lo so tu che pensi. Non lo so cosa vuoi fare della tua vita. Non so nemmeno se rifletti su noi e quello che proviamo. A me sembra che tu non voglia nemmeno provare a regolare la tua vita. Che fai fuori fino alle 4? Dove stai? Con chi stai? Sono impotente di fronte ai tuoi rifiuti.
Vorrei che TU la smettessi, visto che non capisci cosa sta succedendo in casa o forse te ne freghi. Quindi ora vediamo dove te ne devi andare e la finiamo.
Non sono le parole a ferire. Sono gli atteggiamenti. E se i miei modi ti sembrano inurbani, pensa ai tuoi comportamenti.
Perdonami, queste ultime parole, inutili, lo so. Hai detto che ci hai provato. Però non è così che riuscirai, stare tutto il giorno a letto, non andare all'Università o in Biblioteca e nemmeno poi all'allenamento, e invece uscire alle 10 di sera. Riflettici. Forse si può iniziare dalle piccole cose, da una regolarità di vita che ora manca.
Ti chiedo di riflettere. Pensa al modo in cui vivi le tue giornate e a quello che vuoi essere. "Se miri al niente, colpisci il niente".
(settembre 2018 - novembre 2021)