venerdì 31 dicembre 2021

Fine anno - dieci

 




La rabbia, l'ira funesta che vive in te, in me, ha radice antiche. La ricordo in mio padre, un giorno di Natale di tanti anni fa. Per regalo un calcio balilla in plastica con i giocatori con le molle che si tendevano per lanciare la palla in rete. A mio fratello un flipper sempre in plastica. All'ora di pranzo mio padre ci chiama. Mio fratello, preso dal gioco, non si alza per andare a tavola: mio padre rabbioso inizia a colpire con calci i giochi appena donati, e in un attimo sono rotti entrambi.

Che speranza abbiamo di vincere le nostre emozioni? Le passioni che ci rendono umani e che a volte ci trasformano, in inumani, freddi e insensibili come pietre, fragili e sottili come un vaso di ceramica, crudeli come un padre, come un figlio.


Emozioni

Malinconia della tua lontananza,
la rabbia che esplode, brucia, corrode,
le parole tossiche nella stanza
raggelano, "non sei più il mio custode".
Il rimpianto nella nostra distanza
è rimorso crudele che erode,
spina feroce la tua noncuranza
di cui questi giorni non sono che code.
Perduto il sorriso resta il dolore
di notti smarrite a cercare il quando,
a chiedersi come, ma senza risposta.
Paura non resti altro nel cuore
se non supplizio, tremore, il pianto,
la barca nel mare, lontano la costa.


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