Ammutolito, senza più voce, resta solo un corpo vuoto. Vi guardo a volte con tale dolore che chiedo l'insensibilità come balsamo, non vedere e non sentire, non esserci.
L'incapacità di aiutarti mi distrugge, spegne i propositi, tutti i discorsi che mi faccio, tutte le cose che mi dico, tutte le azioni pensate e non fatte. Guardo le tue foto di bambino, penso ai tuoi sogni, ai tuoi bellissimi sorrisi, gli occhi luminosi. E così di quel che eri resta l'arrabbiarsi, come quel bambino nella foto, che, se non si fa come dice, non parla più, si chiude in camera.
Anche tu fai quel gesto, anche tu ci chiudi fuori e rifiuti tutto ciò che non è nella tua cerchia, genitori, fratelli, parenti. Tutto. Il codice è vestirsi come quegli altri (ma chi, poi?), oggettivarsi come loro, perché chi non è come noi è contro di noi. Ma contro cosa? Pensi di sapere le cose, di conoscere il mondo, di ingannarci, ma l'unica cosa che fai è ingannare te stesso.
Ancora a metà tra rifiuto e accoglienza, detestarci o amarci, abbracciarci o respingerci. Mi fido ancora delle tue parole, anche quelle di rabbia improvvisa, ancora ci spero nel tuo cuore, nella tua testa. Passerà anche questa, mi dico, anche questa sarà una stazione di dolore dove fermarsi per andare in bagno e ripartire.
Ti credevo un gigante. Sei piccolo. Piccolo di età e di cuore, non vedi oltre il passo che fai, la mente ristretta in un punto, non si slarga, muore.
Il silenzio si è fatto spazio tra le parole, è diventato un muro, non ci vediamo più. Nemmeno le ombre, nel buio, si allargano. Il nero ci circonda, il sole tace, come noi.
La voce che grida non è la mia, è quella delle mie paure, non ascoltarla.
Ossessivo ripeto di alzarti. Non rispondi. Mai.
Ed è tutto perduto. Perduto. Come la goccia che scorre sul vetro e tu segui col dito, finché si mischia alle altre e non è più lei, non è più lei quella che ora scende, quella che, prima, scorreva lieve e faceva mostra di sé. Ora, nella pioggia che aumenta, mentre il vento batte tra gli occhi, scompare.
Io ho sempre cercato un segno, nelle nuvole, tra le onde, nei disegni del vento sulla sabbia. Non vedo più. Resto qui. Senza luce.
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