venerdì 24 dicembre 2021

A margine - sei

 


Camminando lungo questo dirupo che è diventata la mia vita, non riesco più a vedere un viottolo che riporti al centro, che ridia senso al mio essere genitore. Mi sembra sempre di girare inutilmente in tondo senza vie di fuga, in una spirale di speranze subito svanite, grumi di voci tenute dentro, pianti, silenzi, tanti silenzi. Ho sempre pensato "fino a qui, e non oltre, c'è di sicuro un margine al di là del quale non si potrà più andare", come un cartello di pericolo generico che ti avvisa e ti fa rallentare e prestare attenzione, ma non è così, non c'è un orlo, un parapetto di sicurezza. Noi ci proviamo, ma non basta.

E' peggio durante queste feste, in questo tempo vuoto dagli impegni, in cui la testa gira in tondo sempre lì, sempre lì... E stare in casa è un tormento, l'inferno in cui viviamo è qui, presente, senza scampo, senza neanche la scusa di andare a lavorare, senza neanche le occupazioni che tengano la mente per qualche ora lontana dall'essere presente a se stessi, dell'essere presente nelle assenze di rapporti, di parole.

Peggio, peggio questo tempo vuoto, peggio queste feste in cui non uscire di casa per andare al lavoro lascia il tempo alla rabbia, alle recriminazioni, al dolore non più taciuto, nascosto sotto il letto al mattino e ritrovato intatto la sera. No. E' sempre qui, con me.

E  allora non resta che uscire, scappare, correre via, perdersi tra la folla intenta ai regali, camminare senza meta, senza sosta, fino a stancarsi, a perdersi, a dimenticarsi...

Nessun commento:

Posta un commento