domenica 19 febbraio 2017

Il guscio vuoto



Elenco

Un filo d'erba,
la foglia che resiste,
l'ago di pino e la pietra sulla strada,
lo scoglio abbandonato all'alba,
la strada che s'inerpica, 
il silenzio di certe mattine,
il mare bruciato dal tramonto,
la pioggia quando cade dopo il caldo,
l'aria tersa, il sorriso di mia moglie,
l'abbraccio dei miei figli, un cane,
la mano dell'amico che ti stringe,
i nomi di chi non ti accompagna,
le lacrime di chi hai abbandonato,
i dispersi, i perduti, gli assenti,
tutto questo ricorda, non scordare.



Dietro il vetro

Ho sempre giudicato dall'alto,
dal ponte guardavo scorrere la vita,
il gatto, la signora con la spesa,
la macchina che corre, vedevo
nella stanza la tavola imbandita,
il bambino col pallone sul terrazzo,
la donna che stendeva, ascoltavo
le grida furiose dei vicini,
i versi del folle nella strada,
le risa, i pianti. Un giudizio
per tutti, non per me, per la mia vita.

Adesso sono io che passo
sotto il ponte, giro senza meta
per le strade, aspetto con ansia
la luce o il temporale, mi arrampico
nel giorno, guardo l'erba che cresce,
il sole che scompare.


Alternativa

Ricorda di dimenticare,
vivi il presente senza pentimento,
il filo d'erba non ancora arso,
il fiore, il bacio, l'ultimo sole...
Dimentica il sasso, la strada attraversata,
il viso perduto tra la folla,
la corsa disperata (era felice?)
gli occhi accesi, la pioggia, la mano
abbandonata sul cuscino, la maschera
d'ossigeno, i capelli, perduti...



Agosto 2016

La bandiera della pace è stinta,
le intemperie l'hanno logorata,
il tempo ha cancellato la parola,
altro preme, urge. Lo straccio rimasto
appeso è solo un ricordo, le stragi
quotidiane non spingono più in piazza,
né le scelte di chi governa o la rabbia.
Rimango davanti ad uno schermo
senza più voglia, senza più voce.




Un vecchio appunto

Ma dove sei rimasta vita mia
attaccata a quella felpa bianca
lisa dagli anni, dai pianti, dagli abbracci,
che rivedo ancora in foto rubate
di speranze spezzate, fughe e risate...



Poi arriva la pioggia

E' prima la luce che scompare, 
di colpo il buio nella stanza,
il rombo lontano, il silenzio
intorno. Ma no, mi inganno,
è l'odore che arriva per primo
portato dal vento, quello di piante
bagnate, di nuvole stanche
che portano pioggia, l'odore
dell'erba e la terra che senti
tra dita a scorrere lenta
(che porti sul palmo, che porti
sugli occhi). L'odore del giorno,
di un anno passato, la roccia
la casa la spesa una mano
i fogli di carta la polvere i sogni,
perduti con l'acqua in quella grondaia.
Poi arriva la pioggia...



Prima che sia tardi

Prima che sia tardi ricordati di appuntare ogni cosa: la spesa, i compiti, i progetti, i libri che non leggerai, le parole che vuoi dire, le frasi ascoltate, i nomi di chi ti è accanto.



Gerride impuro

Pattino su uno stagno
l'immagine fosca che mi circonda
non blocca la danza,
agito le braccia, canto,
sospeso sull'acqua come in volo.
Un colpo di vento e mi libro
sul fango, sfioro ninfee
attento alla rana golosa.
Mi poggio appena, leggero, 
precario, mi specchio e, nel mentre, 
affondo con gli altri compagni,
inebriato dal sogno.



Un inetto

Io non so vivere senza la vergogna
dell'errore, ciò che ho fatto
porta il turbamento oggi come allora,
il mio peccato è non dimenticare,
non i grandi eventi, non la Storia,
solo quelli privati, i miei, lo sgarbo
fatto, la parola offesa, il gesto della mano.
Il passato mi tiene prigioniero. 



A day in the life

Pioggia, solamente pioggia,
fanali di auto e pigri lampioni.
Ma la pioggia, la pioggia che cade
che batte, e sei lì, in ascolto.

Di voci lontane perdute nel tempo
di giochi, serate, di cose smarrite.
La pioggia continua, ricopre i ricordi,
lava il tuo sangue, asciuga il dolore.
Ma forse sei lì, in quel sangue
nell'acqua che scorre, che scorre...

No, perduta in angoli remoti
della mente, l'oscurità ti possiede
e se torni non sei carne viva, ricordo,
ma ombra, fantasma tra le ombre
della mia vita passata, la cenere
che resta al mattino del falò sulla spiaggia.

Poi di nuovo la pioggia sul viso
di un bambino che piange ed i fari 
ed il vento e la corsa tra queste pozze 
grigie, qui dove tu non ci sei...



In nomine patris


Padre, padre, padre
smarrito negli atti del giorno
lontano dai ricordi e dal presente
perduto ora anche nel rancore.
Non torni fantasma, vergogna,
rimorso, non sei nell'erba 
che curo, negli occhi dei figli...
Eppure rimani in un nome
padre, padre, padre,
nella mia rabbia che ti perpetua,
negli oggetti che conservo.
nell'essere per sempre in anticipo
agli appuntamenti del mondo.