lunedì 30 maggio 2022

Io ricordo - premessa

 




Ci sono ricordi fissati a fuoco nella mia mente e altri che sfuggono malgrado cerchi di afferrarli. E poi ci sono quelli che si modificano nel tempo, per non soffrire, per accusare qualcun altro (un padre, un amico...) dei propri fallimenti. Sono materia complicata i ricordi, labile e dura nello stesso tempo: sfuggono d'improvviso quando sono lì ad un passo e li stai per afferrare, evanescenti scompaiono con una risata, una parola che cerchi di fissare per ritrovare l'attimo e già non è più lei, e già non sei più tu. Oppure si accampano, sordi al tuo bisogno di dimenticare, ti afferrano con forza, ti scuotono, pretendono un ascolto che tu non vuoi più dare, e rimangono lì, per giorni e giorni, finché non li guardi per capire, e già sono mutati in altro. Allora ci vai dentro, nel turbine di ciò che era e già diverso appare, mostrando il caleidoscopio delle possibilità, ciò che poteva e non sarà, ciò che è stato e non tornerà.

E dunque? Cosa voglio fare con queste mie parole? Cosa voglio ancora dimostrare e dire? Questo vuole essere solo un tentativo di recupero e di analisi, nel cercare di capire quante, delle cose che io ricordo, siano vere e quante siano invece il frutto di una mia ricostruzione a posteriori. Quante abbiano il senso di una fondazione e quante, importanti, ho lasciato andare, quali hanno assunto un significato per me e non per altri, perché quel viso, quel gesto, quel nome e non un altro, perduto per sempre. 

Ma c'è dell'altro. C'è l'io che appare nelle parole di chi mi ha conosciuto. Chi sono nei ricordi degli altri? Chi è che cammina, parla, ride, e che a volte appare in racconti in cui non mi riconosco, che descrivono un altro me che guardo con simpatia o con orrore, con un sorriso o con un moto di ripulsa? Chi è quel Luca che non riconosco? E quando i ricordi collidono, il mio e il tuo, quando manca la certezza di ciò che è stato, cosa rimane?

Cerco di afferrare quel primo ricordo, quello che mi fonda, da cui tutto scaturisce. La nascita, l'essenza di me. Ma so che quella prima memoria, quel lampadario con gocce di cristallo che trovo nella mia memoria, quella luce che si riflette sulle pareti bianche e confonde visi e parole, è un inganno, una costruzione venuta dopo, già adulto. Dovrò ricominciare.