domenica 15 ottobre 2017

Quando Medea è per strada



C'è un pulmino con sette persone a bordo ed un autista. Non sanno cosa aspettarsi quando si parte. Poi sale lei, vestita di nero, con spiccato accento straniero, ed inizia il viaggio. Un viaggio nel nostro presente quotidiano e nel passato dei paesi dell'est europeo. Le parole del passato sono Bucarest, Ceausescu, il paesino dove rifugiarsi dal pericolo della violenza di regime (perché il padre, maestro, vuole essere libero di dire ciò che pensa), le canzoni patriottiche e quelle d'amore.
E poi c'è il racconto del secondo viaggio, quello della speranza, della vita che dovrebbe ricominciare in Italia, ed invece è un percorso verso gli orrori, gli orrori della schiavitù del sesso, di un debito che non si smetterà mai di pagare, dei clienti, di un pappone che forse è diverso "perché mi vuole bene", dei figli, del marciapiede, del sesso a pagamento. È ciò che noi vediamo lungo le nostre periferie o forse solo ciò che c'è ma non vediamo più perché ci siamo abituati, è paesaggio quotidiano e non ci facciamo più caso. Quelle donne lungo la strada sono come un albero, una casa, un cane, una foglia caduta, un rottame abbandonato. Ed il racconto prosegue e si unisce al mito: il "fidanzato" che non la vuole più perché desidera una vita normale; la vendetta della Medea moderna che uccide i figli e la fidanzata italiana; la fuga. Ma questo è altro: ciò che resta è quella folla di donne, di ragazze, di bambine ai margini delle nostre strade che vedono passare la vita; quel che resta è il nostro occidente opulento che tutto usa, anche l'amore, anche la vita degli altri, oggetti abusati e messi in vendita sul mercato del mondo.

Medea intanto fugge e come prima si era svestita (pantaloni, collant, 5, 6, 7 mutandine, una per ogni cliente, come i preservativi, tutto contato e numerato per non impazzire), ora si riveste con una tuta, si strucca, si toglie la parrucca. È una qualunque ragazza che incontri per la via e a cui non fai caso.
Medea scende. E tu rimani là con le tue domande, e con la certezza di far parte, sì, anche tu, anche se non direttamente, di questo grande mercato del sesso, con la tua vita, con lo sguardo sempre rivolto ad altro.

(Visto a Potenza l'11 ottobre 2017 nell'ambito del Festival Città delle 100 scale. Produzione Teatro dei Borgia. Con Elena Cotugno)