𝗚𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹
𝗷𝘂𝗸𝗲𝗯𝗼𝘅
- interno giorno 1
7 giorni, 7 canzoni della nostra adolescenza (quelle dei
jukebox? Ma io non ho mai ascoltato canzoni dal jukebox sia perché non
frequentavo locali col jukebox, sia perché non avevo soldi da spendere al
jukebox...), 7 tag (mi dispiace ma non ho tag da fare se non quelli che già sono
stati taggati...).
Grazie (?) a chi ha deciso di regalarmi questo salto in vergognose canzoni della mia adolescenza (Rosa Maria Petracca Altieri), a chi mi ha sponsorizzato (Giovanni Filiani) sapendo bene quello che faceva, a chi ha già postato canzoni che potevano essere postate da me (Stefania Laurenzana, Maddalena Rotundo), a chi l'ha visto, a chi non c'era e a chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera (ah, forse questa, un altro giorno...)
Commenti, storie e giustificazioni sono benvenute e quindi è con questo spirito che racconto la prima canzone che mi è venuta in mente: è legata ad un innamoramento adolescenziale e all'amicizia di quel periodo. Correva l'anno 1983 ed io trascorrevo l'estate, come tutti gli anni, a Santa Maria di Castellabate. In 3 eravamo "innamorati" della stessa ragazza e lei avrebbe dovuto compiere una scelta. Per natura anche all'epoca evitavo di mettermi in competizione e quindi tra i tre ero quello che non si era fatto avanti; tra l'altro dovevo scendere in Sicilia con i miei... Quando tornai, a fine agosto, la ragazza aveva fatto la sua scelta: non c'ero ovviamente io. La sera, con Luigi, l'altro escluso, bevemmo birra nostalgici e delusi, pensando a quello che sarebbe potuto essere e non era stato. Questa canzone accompagnò gli ultimi giorni di quella estate.
Grazie (?) a chi ha deciso di regalarmi questo salto in vergognose canzoni della mia adolescenza (Rosa Maria Petracca Altieri), a chi mi ha sponsorizzato (Giovanni Filiani) sapendo bene quello che faceva, a chi ha già postato canzoni che potevano essere postate da me (Stefania Laurenzana, Maddalena Rotundo), a chi l'ha visto, a chi non c'era e a chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera (ah, forse questa, un altro giorno...)
Commenti, storie e giustificazioni sono benvenute e quindi è con questo spirito che racconto la prima canzone che mi è venuta in mente: è legata ad un innamoramento adolescenziale e all'amicizia di quel periodo. Correva l'anno 1983 ed io trascorrevo l'estate, come tutti gli anni, a Santa Maria di Castellabate. In 3 eravamo "innamorati" della stessa ragazza e lei avrebbe dovuto compiere una scelta. Per natura anche all'epoca evitavo di mettermi in competizione e quindi tra i tre ero quello che non si era fatto avanti; tra l'altro dovevo scendere in Sicilia con i miei... Quando tornai, a fine agosto, la ragazza aveva fatto la sua scelta: non c'ero ovviamente io. La sera, con Luigi, l'altro escluso, bevemmo birra nostalgici e delusi, pensando a quello che sarebbe potuto essere e non era stato. Questa canzone accompagnò gli ultimi giorni di quella estate.
𝗚𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹
𝗷𝘂𝗸𝗲𝗯𝗼𝘅
- interno notte 2
7 giorni, 7 canzoni della nostra adolescenza bla bla bla. Il
gioco mi permette di ripensare a dei momenti del passato lontano, quando ancor
sano e snello solea danzare ecc. ecc.. Forse ha ragione Giovanni, ero già pesante da ragazzo, fatto sta che al gioco non posso
partecipare se non in questo modo, recuperando pezzi (forse anche distorti
dalla lontananza) della mia adolescenza. Sempre grazie a Rosa Maria per il
gentilissimo incatenamento, a Maddalena
per la fiducia e a Stefania
per le canzoni. Risalgo a tre anni indietro rispetto al
primo ricordo. Sono sempre stato un solitario con pochi amici. C'erano però,
nelle estati al mare, sempre Santa Maria, un gruppo di ragazzi con cui mi
accompagnavo sempre in quelle giornate: l'estate era soprattutto gioco, ping
pong nel seminterrato di Antonio, calcetto nei campetti affittati o sulla
spiaggia, tennis... Uscivamo la sera in gruppo per sentirci forti, quando almeno
per me era lontano il pensiero di ragazze o amori, e si andava insieme a piedi
in paese parlando di niente, tra schiamazzi e risate. Era l'estate spensierata
dei miei 13 anni, delle cartoline spedite, dell'inconsapevolezza e dell'informe
interiore che urgeva e chiedeva di uscire. Io non ci facevo caso: con Massimo,
Antonio, Renato, Sandro, Roberto, Luigi, passavamo quelle sere a dire cazzate e
parlare di sogni lievi. E questa canzone, in me, suscitava le prime pulsioni.
Sarà stata la voce delle coriste, non so. Ma anche se ora sorrido, all'epoca
sentivo un rossore vergognoso che non sapevo spiegare.
Giuoco del jukebox - Giorno 3 (esterno, ah no, non ci
vedo... interno notte)
Ora è vero, Rosa Maria, Maddalena, Stefania, Giovanni che in qualche modo per me le estati erano tutte uguali, sempre Santa Maria, con gli stessi amici di sempre, a fare sempre le stesse cose, ma forse anche questo era il bello a quell'età: sapere che avresti incontrato i vecchi compagni spensierati e che avresti passato tre mesi di sole e mare. E' pur vero però che erano anche anni di cambiamenti prodotti da letture che spingevano ad un cambiamento, quando un senso di fastidio e di noia spingeva ad isolarsi (mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo?), ad un raccoglimento trovato nei libri divorati e che sembravano sapere tutto di te, toccando nel profondo e spingevano a lunghe passeggiate solitarie. E poi alcuni amici già non venivano più, con altri si era creata una distanza, come spesso avviene. Mi piacerebbe dire che le canzoni che accompagnarono quei momenti fossero De André, De Gregori, Bruce Springsteen. Per me, invece, il 1984 è legato a questa canzone.
Ora è vero, Rosa Maria, Maddalena, Stefania, Giovanni che in qualche modo per me le estati erano tutte uguali, sempre Santa Maria, con gli stessi amici di sempre, a fare sempre le stesse cose, ma forse anche questo era il bello a quell'età: sapere che avresti incontrato i vecchi compagni spensierati e che avresti passato tre mesi di sole e mare. E' pur vero però che erano anche anni di cambiamenti prodotti da letture che spingevano ad un cambiamento, quando un senso di fastidio e di noia spingeva ad isolarsi (mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo?), ad un raccoglimento trovato nei libri divorati e che sembravano sapere tutto di te, toccando nel profondo e spingevano a lunghe passeggiate solitarie. E poi alcuni amici già non venivano più, con altri si era creata una distanza, come spesso avviene. Mi piacerebbe dire che le canzoni che accompagnarono quei momenti fossero De André, De Gregori, Bruce Springsteen. Per me, invece, il 1984 è legato a questa canzone.
𝗚𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹
𝗷𝘂𝗸𝗲𝗯𝗼𝘅
- esterno (finalmente) giorno 4 (ancora...)
7 giorni, 7 canzoni della nostra adolescenza.
Le canzoni sono legate a ricordi anche minimi, non tanto, quindi, l'ascolto continuo e ripetuto con cuffiette (che non avevo), giradischi (che non avevo), jukebox (di cui ho già detto) o radio (niente radio nella macchina nell'adolescenza, nei lunghi viaggi da Benevento a Santa Maria o a Randazzo in Sicilia passavamo il tempo cantando noi ragazzi canzoni che è meglio tacere...), piuttosto quelle che qualcuno della comitiva canticchiava o ascoltate in spiaggia o nelle serate in paese in qualche bar.
Per cui non prendertela Giovanni se in qualche modo avvaloro le tue teorie su di me, né voi, Rosa Maria, Stefania, Maddalena, dolci amiche di questo gioco, se le mie canzoni non sono al livello dei vostri ricordi. Questa è la mia adolescenza e se sono alla fine diventato così come sono forse qualche ragione c'è anche in queste canzoni, in questi versi altissimi e in queste memorie.
Tutta questa lunga intro per ricordare una canzone del 1981, anche se il ricordo è probabilmente successivo. Bene. La canzone è legata a qualche pomeriggio in macchina con mio fratello e un amico, Massimo, e prevedeva questo tipo di approccio: con la macchina Massimo si avvicinava a qualche ragazza e mio fratello, dal lato passeggero, strimpellando quattro accordi (credo conoscesse solo quelli) con la chitarra, le cantava "Tu cosa fai stasera...". La sensazione mia (anche oggi, lo ammetto) è di profonda vergogna, però non posso non pensare che fosse divertente e comunque non c'è stata mai nessuna violenta risposta da parte delle ragazze, solo qualche sorriso divertito (o forse di commiserazione). La canzone era del mitologico Dario Baldan Bembo, ed era Tu cosa fai stasera
7 giorni, 7 canzoni della nostra adolescenza.
Le canzoni sono legate a ricordi anche minimi, non tanto, quindi, l'ascolto continuo e ripetuto con cuffiette (che non avevo), giradischi (che non avevo), jukebox (di cui ho già detto) o radio (niente radio nella macchina nell'adolescenza, nei lunghi viaggi da Benevento a Santa Maria o a Randazzo in Sicilia passavamo il tempo cantando noi ragazzi canzoni che è meglio tacere...), piuttosto quelle che qualcuno della comitiva canticchiava o ascoltate in spiaggia o nelle serate in paese in qualche bar.
Per cui non prendertela Giovanni se in qualche modo avvaloro le tue teorie su di me, né voi, Rosa Maria, Stefania, Maddalena, dolci amiche di questo gioco, se le mie canzoni non sono al livello dei vostri ricordi. Questa è la mia adolescenza e se sono alla fine diventato così come sono forse qualche ragione c'è anche in queste canzoni, in questi versi altissimi e in queste memorie.
Tutta questa lunga intro per ricordare una canzone del 1981, anche se il ricordo è probabilmente successivo. Bene. La canzone è legata a qualche pomeriggio in macchina con mio fratello e un amico, Massimo, e prevedeva questo tipo di approccio: con la macchina Massimo si avvicinava a qualche ragazza e mio fratello, dal lato passeggero, strimpellando quattro accordi (credo conoscesse solo quelli) con la chitarra, le cantava "Tu cosa fai stasera...". La sensazione mia (anche oggi, lo ammetto) è di profonda vergogna, però non posso non pensare che fosse divertente e comunque non c'è stata mai nessuna violenta risposta da parte delle ragazze, solo qualche sorriso divertito (o forse di commiserazione). La canzone era del mitologico Dario Baldan Bembo, ed era Tu cosa fai stasera
𝗚𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹
𝗷𝘂𝗸𝗲𝗯𝗼𝘅
- interno giorno 5
7 giorni, 7 canzoni della nostra adolescenza.
Ripensandoci, mi rendo conto che la mia adolescenza è fatta quasi esclusivamente di cantanti italiani. E' proprio così. Erano quelli che ascoltavo, erano quelli che comprendevo e che sembravano "dirmi" qualcosa. l ricordo odierno è legato al cantante che più di tutti ha attraversato infanzia e adolescenza, con le canzoni imparate a memoria e cantate anche con fratelli e sorelle, canzoni che ancora oggi canticchio quando mi prende la vena. Il cantante è Lucio Battisti che ha attraversato quasi intatto gli anni 70, 80, 90. E' difficile, dunque, dire a quale anno le sue canzoni siano legate, quando cantavo tra me Emozioni osservando il tramonto, oppure Questione di cellule (una delle mie preferite) o ancora Umanamente uomo: il sogno (che per me che non sapevo - e non so - fischiare era particolarmente ostica tanto da spingermi al solo la la la...). Però, forse, al di là del primo Battisti, quello che ricordo meglio è l'anno del cambiamento, 1986, quello di Don Giovanni, in cui qualcosa iniziava a cambiare anche per me ed avvenimenti interni ed esterni si univano. D'altra parte, Giovanni, lo sai che per me "son le cose che pensano ed hanno di te sentimento". Strano anche pensare, care ragazze Rosa Maria, Stefania e Maddalena, che di questo album si parlasse in spiaggia nell'estate del 1986, tra partiti opposti di battistiani nostalgici e battistiani moderni. Per cui ecco qui le cose che ti pensano, Gio.
Ripensandoci, mi rendo conto che la mia adolescenza è fatta quasi esclusivamente di cantanti italiani. E' proprio così. Erano quelli che ascoltavo, erano quelli che comprendevo e che sembravano "dirmi" qualcosa. l ricordo odierno è legato al cantante che più di tutti ha attraversato infanzia e adolescenza, con le canzoni imparate a memoria e cantate anche con fratelli e sorelle, canzoni che ancora oggi canticchio quando mi prende la vena. Il cantante è Lucio Battisti che ha attraversato quasi intatto gli anni 70, 80, 90. E' difficile, dunque, dire a quale anno le sue canzoni siano legate, quando cantavo tra me Emozioni osservando il tramonto, oppure Questione di cellule (una delle mie preferite) o ancora Umanamente uomo: il sogno (che per me che non sapevo - e non so - fischiare era particolarmente ostica tanto da spingermi al solo la la la...). Però, forse, al di là del primo Battisti, quello che ricordo meglio è l'anno del cambiamento, 1986, quello di Don Giovanni, in cui qualcosa iniziava a cambiare anche per me ed avvenimenti interni ed esterni si univano. D'altra parte, Giovanni, lo sai che per me "son le cose che pensano ed hanno di te sentimento". Strano anche pensare, care ragazze Rosa Maria, Stefania e Maddalena, che di questo album si parlasse in spiaggia nell'estate del 1986, tra partiti opposti di battistiani nostalgici e battistiani moderni. Per cui ecco qui le cose che ti pensano, Gio.
𝗚𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹
𝗷𝘂𝗸𝗲𝗯𝗼𝘅
- giorno 6
7 giorni, 7 canzoni della nostra adolescenza. Ieri ho saltato, allora chiudo oggi per due. Il primo ricordo è Il pescatore di De André, ma quello della Premiata Forneria Marconi. Gli anni dell'adolescenza al mare erano anche gli anni dei primi falò, prima solo con gli amici più stretti, quelli delle partite a pallone e delle uscite serali, poi con le comitive allargate, in una spiaggia in cui non c'erano ancora lidi, tutta la spiaggia era libera, e non c'erano le luci dei camping che illuminavano a giorno la notte. C'erano le stelle, il nero del mare e il falò che illuminava i visi. E c'era sempre quello bravo a suonare e cantare che portava la chitarra mentre intorno si rideva e si scherzava. La canzone la ricordo in uno di questi falò (forse l'82), tra De Gregori e Battisti, forse anche qualche straniero, ma quelle che cantavano tutti erano di Baglioni, forse di Cocciante. E c'era immancabile anche De André. Come al solito c'è di mezzo una ragazza che mi piaceva, Elisabetta, e come al solito c'era qualcun altro (c'era sempre qualcun altro). Della serata, dopo il falò, ricordo che l'accompagnai alla pensione dove alloggiava, camminando lungo la spiaggia, e lei che parlava dell'altro. Capito Giovanni? E poi il ritorno solitario sotto le stelle a fantasticare non so più bene di che. E questo è Rosa, Stefania, Maddalena.
7 giorni, 7 canzoni della nostra adolescenza. Ieri ho saltato, allora chiudo oggi per due. Il primo ricordo è Il pescatore di De André, ma quello della Premiata Forneria Marconi. Gli anni dell'adolescenza al mare erano anche gli anni dei primi falò, prima solo con gli amici più stretti, quelli delle partite a pallone e delle uscite serali, poi con le comitive allargate, in una spiaggia in cui non c'erano ancora lidi, tutta la spiaggia era libera, e non c'erano le luci dei camping che illuminavano a giorno la notte. C'erano le stelle, il nero del mare e il falò che illuminava i visi. E c'era sempre quello bravo a suonare e cantare che portava la chitarra mentre intorno si rideva e si scherzava. La canzone la ricordo in uno di questi falò (forse l'82), tra De Gregori e Battisti, forse anche qualche straniero, ma quelle che cantavano tutti erano di Baglioni, forse di Cocciante. E c'era immancabile anche De André. Come al solito c'è di mezzo una ragazza che mi piaceva, Elisabetta, e come al solito c'era qualcun altro (c'era sempre qualcun altro). Della serata, dopo il falò, ricordo che l'accompagnai alla pensione dove alloggiava, camminando lungo la spiaggia, e lei che parlava dell'altro. Capito Giovanni? E poi il ritorno solitario sotto le stelle a fantasticare non so più bene di che. E questo è Rosa, Stefania, Maddalena.
𝗚𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹
𝗷𝘂𝗸𝗲𝗯𝗼𝘅
- giorno 7 (tra interno ed esterno).
7 giorni, 7 canzoni della nostra adolescenza.
Dialogo tra il me di ieri adolescente e il me di oggi, pure
un poco adolescente. "Ma Battisti l'hai messo?" "Sì, sì, ho
messo Le cose che pensano..." "Eh ma avresti dovuto mettere Questione
di cellule, è stata più importante" "Ma una ne dovevo scegliere e
comunque l'ho citata in nota..." "E Che devo fare per volare di
Gianni Togni?" "No quella no, che poi quella la cantava Claudio, in
quelle sere un po' nostalgiche, e comunque mica potevo metterle tutte..."
"Allora Baccini? Baccini l'hai messo?" "Ma Baccini è venuto
dopo, nell'89, c'era Ti amo e non lo sai, già oltre l'adolescenza"
"Però un cenno a Due di Cocciante lo potevi fare" "Mmmm, 1986,
uno dei pochi album che mi fu regalato, però l'ho nominato nel post di
ieri..." "Pochino, comunque. Almeno Pino Daniele lo avrai
messo?" "..." "Non lo hai messo? Ma come diamine si fa? Ma
ti ricordi l'estate siciliana del 1982? C'era Bella 'mbriana, che a te
all'inizio sembrava significasse bella ubriaca. Facciamo in tempo ad inserirlo?"
"No, mi spiace, troppo tardi" "E Giuni Russo? Facciamo in tempo
ad inserirla?" "Ah, Giuni Russo, l'avevo quasi dimenticata, Un'estate
al mare, ed era sempre l'82 (quante cose quell'anno...), si sentiva questa
canzone nell'aria mattutina a tutto volume. E poi Voglio andare ad Alghero.
Ricordo che ho fatto due sole richieste di canzoni alle radio private, nel
tempo in cui si facevano le dediche alla radio, una era Giuni Russo e l'altra
era Settembre di Fortis..." "E stranieri ne hai inseriti?"
"Una sola. Però lo sai, quelli importanti sono venuti alcuni anni
dopo" "Almeno al maestro Battiato avrai dedicato una scheda,
vero?" "Ecco vedi..." "NON HAI DEDICATO UN POST AL MAESTRO
BATTIATO?" "Ma lo sai che alcune canzoni non hanno legami con le
vicende esterne, Battiato era dedicato all'introspezione interiore, come Summer
on a solitary beach oppure L'animale. Non avevo ricordi da condividere... Cosa
dovevo scrivere, delle passeggiate solitarie lungo i sentieri? Delle cose
scritte in fretta su foglietti volanti? Non è che tutto può diventare un
post" "Allora voglio vedere proprio che cosa hai scelto per
concludere" "...".
La tendenza a voler comprimere l'universo mondo in una
pagina, è probabilmente inevitabile. Il gioco delle scelte e delle esclusioni
suscita, non raramente, soprassalti tardivi, indecisioni paralizzanti, rimorsi
postumi. Ma questo è un gioco, e lo si può fare.
Una canzone antica, che appartiene al momento che credo di
passaggio tra una vita ed un'altra. Una canzone antica per dire di un
cambiamento che avveniva. Da lì, tra il 1985 e il 1986, tutto sarebbe cambiato,
anche se ne ero, credo, ancora inconsapevole. Altri avvenimenti, personali
prima e collettivi poi, mi proiettarono verso un altro me stesso, con idee,
gusti, sentimenti che avevano certo le radici nel ragazzo vergognoso e
solitario (ed anche un po' sfigato) ma che ora si apriva, anche dolorosamente
al mondo, al teatro. La canzone è antica. La registrai insieme ad altre (Tenco,
Fontana, Paoli, anche Baglioni, e poi i Procol Harum) su una musicassetta che ascoltavo continuamente.
Grazie agli amici con cui ho condiviso questi 7
giorni, Rosa perché mi ha taggato, Giovanni perché
ha pressato per inserirmi, Stefania perché
dice sempre qualcosa che tira su, Maddalena perché
polemizza amabilmente. Ho un po' barato (non ho taggato nessuno oltre a loro
che già partecipavano) però ho giocato con voi.
(Pubblicato in 7 post, in 7 giorni su Facebook).