Se non fosse che la gente porta le mascherine ed è in fila davanti ai negozi di alimentari sarebbe un sabato santo normale. Un'altra giornata di sole, caldo, intenso. La gente si saluta e si dà gli auguri, sia pure a distanza, chiacchiera, sorride, per quanto il sorriso si possa vedere nascosto da mascherine di ogni tipo. Ma si vedono gli occhi, che sembrano più sereni.
A casa oggi ho più tempo, ascolto i R.E.M., metto ordine tra le carte lasciate ammassate in un mese intenso, preparo i materiali che dovrò utilizzare per le videolezioni, mi scrivo con qualche amico lontano, prendo accordi per incontri futuri.
Come stai? Stai bene? Cosa fai? Cosa pensi?
Siamo viaggiatori allo sbando con poche certezze. Tra queste c'è quella del bagaglio che mi porto dietro nel viaggio, che condivido con gli altri smarriti come me assaggiando il loro pane nero, bevendo la mia acqua calda, salata.
A casa oggi ho più tempo, ascolto i R.E.M., metto ordine tra le carte lasciate ammassate in un mese intenso, preparo i materiali che dovrò utilizzare per le videolezioni, mi scrivo con qualche amico lontano, prendo accordi per incontri futuri.
Come stai? Stai bene? Cosa fai? Cosa pensi?
Siamo viaggiatori allo sbando con poche certezze. Tra queste c'è quella del bagaglio che mi porto dietro nel viaggio, che condivido con gli altri smarriti come me assaggiando il loro pane nero, bevendo la mia acqua calda, salata.
12.04.2020 h. 14.59
È una Pasqua strana, perché sono state poche le volte in cui
abbiamo passato questo periodo in casa. Con i ragazzi ancora piccoli, e la
Pasqua ad Aprile, i nostri viaggi erano per lo più alla casa al mare dei miei
genitori a Santa Maria di Castellabate (un luogo del cuore che ora, con la
quarantena, manca ancora di più). Poi dal 2013 abbiamo iniziato a fare viaggi
per musei: Novara e Torino; Firenze; Trento e Bolzano; Bologna (anche per
seguire Michele al Trofeo delle Regioni di Basket); Padova e Venezia; Roma.
Solo l’anno scorso non ci siamo mossi dopo che l’ultima volta, a Roma, i
ragazzi avevano mostrato fastidio a venire in vacanza con noi e c’era stato
qualche “screzio”. Quest’anno l’idea era l’Abruzzo per seguire Matteo a Roseto
degli Abruzzi dove avrebbe dovuto svolgersi il Trofeo delle Regioni di Basket
per i 2006.
Forse è questo che mi spiace di più, non il viaggio (anche,
a dire il vero, perché, a parte Firenze, tutte le escursioni le abbiamo fatte
muovendoci col treno) quanto il piacere di seguire i miei figli nelle loro
attività, specie in questo evento importante per lui e che non ritornerà.
Tornerà a giocare a basket, certo, ad allenarsi (e io sarò
lì ad accompagnarlo, a vederlo giocare), ma certe esperienze, purtroppo, non ci
saranno più.
Ecco. È questo che gli ha tolto il virus: la possibilità di
vivere certe esperienze emozionanti nello sport, nei certamina, nelle
olimpiadi, nelle uscite didattiche, nei viaggi di istruzione, la possibilità dell’incontro del confronto con i loro pari
età, con i loro amici.
13.04.2020 h. 10:00
Quando mi arrivano le catene sui social in genere le spezzo, non mi interessano, però alcune ti permettono di ripensare a libri e dischi importanti. Sono davvero tanti i libri a me cari e spesso per ragioni minime, perché legati ad un evento o a una persona, perché spesso i libri li ho letti per una parola scambiati oppure perché donati da un amico, o ancora sono legati ad un evento, un dolore, una gioia che me li hanno resi cari. Ne scrivo di seguito dieci senza voler fare una classifica: Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò; Agota Kristof, Trilogia della città di K.; Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari; Antonin Artaud, Al paese dei Tarahumara; H.M. Enzensberger, La fine del Titanic; Erri De Luca, Tu, mio; W. Faulkner, L'urlo e il furore; P. Celan, Poesie; W. Benjamin, Angelus novus; J.M. Coetzee, La vita degli animali. Ne aggiungo due: M. Schwob, La crociata dei bambini e Christa Wolf, Medea. Voci.
Per gli album il discorso non è diverso. O forse sì, perché spesso più che ad un album sono legato ad una canzone. Ma ci sono alcuni album (di cui ascoltavo il 33 giri) a cui sono particolarmente affezionato. Anche qui senza voler fare una classifica: Nick Cave, Murder ballads; Tom Waits, Swordfishtrombones; Lucio Battisti, Umanamente uomo: il sogno; Fabrizio De Andrè, Anime salve; Genesis, Selling England by the pound; Pink Floyd, Wish you were here; R.E.M., Out of time; Franco Battiato, Mondi lontanissimi; Bob Dylan, Blood on the tracks; Radiohead, OK computer.
13.04.2020 h. 10:00
Quando mi arrivano le catene sui social in genere le spezzo, non mi interessano, però alcune ti permettono di ripensare a libri e dischi importanti. Sono davvero tanti i libri a me cari e spesso per ragioni minime, perché legati ad un evento o a una persona, perché spesso i libri li ho letti per una parola scambiati oppure perché donati da un amico, o ancora sono legati ad un evento, un dolore, una gioia che me li hanno resi cari. Ne scrivo di seguito dieci senza voler fare una classifica: Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò; Agota Kristof, Trilogia della città di K.; Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari; Antonin Artaud, Al paese dei Tarahumara; H.M. Enzensberger, La fine del Titanic; Erri De Luca, Tu, mio; W. Faulkner, L'urlo e il furore; P. Celan, Poesie; W. Benjamin, Angelus novus; J.M. Coetzee, La vita degli animali. Ne aggiungo due: M. Schwob, La crociata dei bambini e Christa Wolf, Medea. Voci.
Per gli album il discorso non è diverso. O forse sì, perché spesso più che ad un album sono legato ad una canzone. Ma ci sono alcuni album (di cui ascoltavo il 33 giri) a cui sono particolarmente affezionato. Anche qui senza voler fare una classifica: Nick Cave, Murder ballads; Tom Waits, Swordfishtrombones; Lucio Battisti, Umanamente uomo: il sogno; Fabrizio De Andrè, Anime salve; Genesis, Selling England by the pound; Pink Floyd, Wish you were here; R.E.M., Out of time; Franco Battiato, Mondi lontanissimi; Bob Dylan, Blood on the tracks; Radiohead, OK computer.
h. 19:30
"Tra oro e oblio"
Al di là della nebbia c'è il sole
perduto nella frattura dell'alba
tra un no e un sì alla luce
dove il buio che arretra
lascia spazio alla domanda.
Nella crepa del cuore
riscoprire l'intimità della foglia,
la voce del vento, il respiro placato
dal molto che manca, dal niente
che abbiamo - quel tutto.
Al di là della rabbia, del dolore
ritrovare la pienezza del vuoto,
il filo dell'erba, il poco
che è molto e indugiare
sulla soglia di chi
ci aspetta domani.
(Testi pubblicati, con modifiche, su Cronache di una pandemia, in Totem magazine, https://www.totemmagazine.it/)




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