Chiacchierando con gli alunni e vedendo sui social esperimenti simili (incontri tipo "Setta dei poeti estinti" de L'attimo fuggente, esperimenti artistici in cui si parla di fotografia, musica e scrittura) mi è venuto in mente di organizzare un incontro a settimana con 5/6 persone per volta (da fare rigorosamente alle 19) in cui raccontarsi tramite foto, immagini, musica, parole (di altri o proprie). Il nome scelto è stato Vicinitudini. L'ho proposto alle mie classi terze e alla prima, solo a chi fosse interessato a condividere qualcosa di sé in questo tempo di quarantena, un modo per rompere la monotonia ("il marcire delle carni") e fare qualcosa in cui mettersi in gioco.
https://www.youtube.com/watch?v=oanJaxr36e0
Molti hanno accettato con entusiasmo, altri hanno gentilmente declinato l'invito, pochi non hanno ritenuto di dover rispondere.
https://www.youtube.com/watch?v=LGD9i718kBU
https://www.youtube.com/watch?v=UNWKFb0832w
Il nome è nato perché ho messo in connessione due termini opposti ma in questo periodo legati: vicini e solitudini, uniti anche dal termine vicessitudini. Un modo quindi di raccontare le proprie esperienze di vita, i propri pensieri gioiosi ma anche difficili e dolorosi, per superare la solitudine dei giorni e sentirsi in qualche modo vicini. Un modo di incontrarsi diverso rispetto agli incontri "scolastici", insomma.
https://www.youtube.com/watch?v=UNWKFb0832w
Vicinitudini è uno di questi modi, un racconto, un ascolto, un sorriso, tra musica, immagini e parole. Il primo incontro è passato tra Schopenhauer e De Gregori, ebraismo e Dylan Thomas, Alda Merini e Astor Piazzolla, skateboard, quadri, panorami, Joe Cocker, cibi, Lou Reed, Ludovico Einaudi e Psychedeluc Furs, un'ora in cui ci siamo raccontati questi giorni. Nell'attesa di incontrarci.
https://www.youtube.com/watch?v=j3vowbyQBiQ
Ci sono giorni in cui Vicinitudini è maggiormente empatico. Non so perché accada, forse quando inizio l'incontro con qualcosa di più personale. Quando ho letto un vecchio scritto che parlava di mio padre (nel giorno in cui avrebbe compiuto 99 anni), quando ho letto uno scritto del 1999 che parlava di naufragi, o uno del 2005 in memoria di una cara alunna... Oppure perché è diversa l'atmosfera. Quando questo avviene passa una scarica elettrica tra noi, c'è una connessione, una sensibilità, una emozione diversa da altri giorni. Tutti raccontano cose molto forti mettendo a nudo se stessi e la commozione è palese in tutti. E' bello questo modo di incontrarci, ricrea connessioni che superano le paure e le distanze, che ci raccontano anche più di quanto accade a scuola. Forse la quarantena ha abbassato le difese, siamo più pronti all'incontro, alla vicinanza di chi sentiamo simile a noi nei sentimenti.
Ma guardare i loro visi, anche nelle lacrime, mi dà comunque grande gioia.
https://www.youtube.com/watch?v=zWGPBBwuyck
Vicinitudini è nato per caso, perché volevo condividere con i ragazzi qualcosa che andasse al di là della scuola, qualcosa che ci permettesse di condividere pensieri e sensazioni durante il periodo della quarantena. Un momento in cui, di sera, terminato l'impegno del giorno, ci sentissimo vicini oltre le videolezioni.
La realtà è che siamo esseri fragili, che abbiamo bisogno di esprimere le nostre gioie, le nostre paure, i nostri sogni, ciò che ci manca. Ed è bello, per me, in quell'ora trascorsa con loro senza assilli, scoprire i loro doni musicali, i loro racconti, le pagine che li hanno colpiti, le esperienze ed insieme condividere i miei ricordi, i miei sogni, la mia musica e le poesie che amo. È uno scambio alla pari, in cui ognuno di noi esce più arricchito alla fine ed un po' meno solo.
https://www.youtube.com/watch?v=4N3N1MlvVc4
Cosa condividiamo? Musica, innanzitutto, canzoni che in questo tempo ci raccontano, ci fanno riflettere. Ma anche musica suonata con chitarre e pianoforte. E poi parole: poesie, aforismi, pagine. Foto e brevi video del nostro passato, oggetti della nostra quotidianità passata, la nostra stanza, le esperienze che ci hanno segnato, qualche peso che ci portiamo dentro... Soprattutto, i nostri visi nella penombra, i sorrisi e la commozione, i panorami delle nostre finestre, le mura delle nostre prigioni, i corpi e la voce.
E poi, ancora, disegni, le parole che vorremmo dire e non diciamo, quadri e racconti, tutto il nostro mondo interiore che prende vita in quell'ora trascorsa insieme.
https://www.youtube.com/watch?v=0XW9XN_vDaA
https://www.youtube.com/watch?v=DrbU36HY4NQ
https://www.youtube.com/watch?v=0XW9XN_vDaA
Ed io? Cosa condivido io oltre a fare da guida in questo percorso nella sera? Soprattutto parole: le mie antiche, raccolte anche in questo blog, o qualche pensiero di questi giorni; quelle di scrittori amati (Cappello, Thomas, Arminio) tra le cui parole ritrovo sentimenti di questi giorni; qualche musica (Piazzolla, B. Eno, Battisti, R.E.M., Battiato) in cui le emozioni trovano voce.
https://www.youtube.com/watch?v=DrbU36HY4NQ
Sarebbe lungo raccontare tutto, anche perché non tutto si può raccontare di quello scambio che avviene tra noi. Solo che sono felice nelle parole che ci scambiamo.




Nessun commento:
Posta un commento