3.04.2020 h.21:00
Ci sono giorni buoni e giorni cattivi. Così sono divise oramai queste settimane, in giorni sì e giorni no. Ci sono i giorni buoni in cui tutto funziona, dalla connessione con i ragazzi negli incontri video quotidiani, ai rapporti pacati e sorridenti in casa, al cielo che sembra più limpido, alle notizie difficili ma di speranza lette con avidità sui giornali online, alle emozioni scambiate con i ragazzi negli incontri serali, alle pagine dei libri letti nelle pause del computer e che ti aprono il cuore e l'olfatto, alle cose serie e a quelle scherzose scambiate con i colleghi, alla scrittura sui social, alla serata sul divano con a fianco mia moglie. Ci sono i giorni cattivi, quelli in cui mi sveglio di notte per un rumore e non riesco più a prendere sonno e resto con le orecchie tese aspettando che arrivi l'alba, quelli in cui niente funziona in casa, dalla linea wifi alle domande ai miei figli alle parole che non so trovare, quelli in cui mi fisso a pensare a un futuro disastroso, quelli in cui anche il cielo, gli odori, i suoni sembrano congiurare contro di me, quelli in cui le parole lette fanno male, ancor di più di quelle pronunciate, quelle in cui ogni cosa sembra far male, anche un oggetto che è sempre stato lì ed ecco che ora ti fa piangere. "L'inquietudine è più vera e tagliente quando sommuove una materia consueta". Ci sono giorni buoni e giorni cattivi, come è sempre accaduto e accadrà. Allora perché, ora, sento più forte la fitta del rimpianto?
4.04.2020 h. 16:31
Aprile è il mese più crudele, genera
lillà da terra morta, mischiando
memoria e desiderio, eccitando
spente radici con pioggia di primavera.
È l'inizio de La terra desolata di T. S. Eliot. Lo sto rileggendo in queste sere, trovando tutti gli elementi propri del nostro vivere quotidiano, le nostre rovine, il rovesciamento di senso, il degrado e la perdita del sacro. E non è casuale che inizi proprio con Aprile, il mese che dovrebbe essere della rinascita ed è invece il mese più crudele, in cui passato e presente, memoria e desiderio, si mescolano in un presente di dramma. Il nostro presente di dramma, la nostra terra desolata. Ma al di là di questo sterile presente c'è il finale dell'opera che apre alla speranza, alla pace ineffabile che oltrepassa l'intelligenza: Shantih, la fiamma al di là del buio.
6.04.2020 h.20:20
(Testi pubblicati, con modifiche, su Cronache di una pandemia, in Totem magazine, https://www.totemmagazine.it/)
5.04.2020 h. 23:36
Questi giorni passati in quarantena hanno di buono le sere passate con la famiglia a guardare insieme la televisione: una volta sceglie uno, una volta un altro. Non è tanto cosa si vede ma è lo stare insieme. Certo, non proprio tutti (i figli grandi preferiscono il cellulare e gli amici) ma almeno con Matteo e mia moglie. Poi verso fine serata ci raggiunge Giulio, sempre ombroso, mentre Michele lo vediamo solo quando andiamo a letto.
Intanto è passata anche questa domenica. "Pace", "serenità", ripetono i messaggi. Nella mente canticchio Come together...
6.04.2020 h.20:20
Vicinitudini è nato per caso, perché volevo condividere con i ragazzi qualcosa che andasse al di là della scuola, qualcosa che ci permettesse di condividere pensieri e sensazioni durante il periodo della quarantena. Un momento in cui, di sera, terminato l'impegno del giorno, ci sentissimo vicini oltre le videolezioni.
La realtà è che siamo esseri fragili, che abbiamo bisogno di esprimere le nostre gioie, le nostre paure, i nostri sogni, ciò che ci manca. Ed è bello, per me, in quell'ora trascorsa con loro senza assilli, scoprire i loro doni musicali, i loro racconti, le pagine che li hanno colpiti, le esperienze ed insieme condividere i miei ricordi, i miei sogni, la mia musica e le poesie che amo. E' uno scambio alla pari, in cui ognuno di noi esce più arricchito alla fine ed un po' meno solo.
(Testi pubblicati, con modifiche, su Cronache di una pandemia, in Totem magazine, https://www.totemmagazine.it/)


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