lunedì 20 dicembre 2021

Ombra - quattro

 


Invisibile. Agli occhi. Su questo prato abbandonato non ci sei, se non come ombra nei pensieri, come l'immagine fugace di qualcuno che forse conosci, forse è importante, ma già scantona, e non c'è più. Resta un'ombra che rapida si allunga, si allontana, scompare.

Invisibile. Al cuore no, perché quello tutto ricorda, tutto trattiene, la gioia e il dolore, i volti e gli odori, che se chiudi gli occhi, ecco, sono qui, sorridono, ti toccano la mano. Anch'io allungo la mano, ma resta evanescente il corpo, evapora nell'aria. Nella retina resta come un'ombra di quel che era, e non è più.

Invisibile. Anche se sono qui, presente, ma chiuso in questa stanza, alla scrivania, a scrivere parole che non sono che ombra di quello che provo, di quello che sono. E non so più dire se sei tu o sono io, a questo sguardo miope che non mette a fuoco, non so più dire se sono le lacrime che confondono o se non posso più vedere perché sono cieco, cieco di emozioni, ombra io stesso tra questi corpi neri che camminano veloci e non sanno niente di te, di me, della linea sottile che ci univa e che ora scompare, mentre avanza il buio. Nemmeno l'ombra resiste. Ecco, non è più.

Invisibile. La luce dei lampioni non illumina i visi. Meglio il buio, sì, che tutto nasconde, anche l'orrore di parole di accusa, il distacco di chi ti teneva la mano o ora dice no. Sei diventato ombra, sei invisibile al mondo. Non ci sono più.   

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