1) Come sono crudeli i figli
che ti tolgono tutto, il sonno
e la risata, l'amore e la passione,
tutto si prendono, la tua carne
e il cuore, mai paghi, sempre affamati,
riconoscenti no, vanno senza parole,
se non quelle che ti lacerano,
quelle della tua impotenza,
del tuo dolore.
2) Quando li senti non più tuoi,
ma figli di qualcun altro, così,
di qualcos'altro, di un amico,
un'idea, una rabbia violenta
che gli fa dire "ti odio", gli fa dire
"hai sbagliato", e tu lo sai,
sì, lo sai, che è così, che hai sbagliato,
tutto, che devi dare un taglio,
che quell'affetto, quell'abbraccio,
la mano, non torneranno più.
3) Ma ci sono poi mai stati?
O era tutto finto, un inganno?
Il mondo. Un abisso.
Devo accettare che i miei figli
non mi amino, devo accettarlo,
il fallimento...
4) Padre, padre, padre.
Lo sapevi tu, padre, questo sentimento
quando mi guardavi,
quando non ti parlavo,
lo sapevi tu, padre, questo squarcio
che non si ricompone, questo orrore
di me con me, questo cupo, cupo
mormorare "padre, padre, padre...".
Padre di chi? Padre di cosa?
5) I giorni passano uguali,
non si placa l'ansia, nemmeno la notte
quando ti alzi a spiare nella stanza,
ascoltare i respiri, i movimenti, a cercare...
Passerà mai? Passerà la morsa,
il tremore da burrasca nei giorni che verranno?
Ne rideremo? Cambierà mai il groppo?
Il cielo è azzurro, il cielo è nero.
Nulla cambia tra i pensieri, nero
di nubi si affolla. Che non diventi quotidiano,
che non diventi la tua vita, che non...
Sento, forte, l'incrinatura del vetro,
ogni giorno, ogni giorno.
6) I ragni nel buio della testa
nell'oscurità del cuore, tessono tele,
senza parole. «Prendi in mano
la TUA vita», gli dico, gli grido...
E intanto prosegue il quotidiano,
il sorriso, l'impegno del fare,
ma fa male, sì fa male male
questo strappo nella carne,
è divisa la mente, un chicco
di grano marcito il cuore.
7) Ma forse no, forse forse sono io,
non sei tu, sono io lo sbaglio,
ma è un oltraggio, lo sai,
quel tuo silenzio, l'umore,
il restare distante, il disamore.
Ma forse, forse sono io, l'errore.
8) Non serve dire che cambia mentre
scivolo lento nel tremore di non farcela,
la paura per te di domani, la paura
dell'oggi, greve, nera, fatale,
nel timore che mi prende qui, nello stomaco,
che stringe qui, nelle ciglia, le lacrime
che spingono ma non vogliono uscire.
9) Siedo. Accanto. Aspetto, Veglio.
Ma non so se basta, figlio, questo
mio stare, il vagare col pensiero
a te che leggi, ti immergi e non risali,
ti perdi nei tuoi pensieri, assente.
Siedo. Aspetto. Mi perdo.
10) L'odio, l'odio di te per me,
di me per lui, la vergogna,
farsi piccoli, sentirsi inutili con te,
chiuso nella stanza, assente,
distante, mentre passa un altro giorno,
un altro giorno senza...
(marzo 2021)

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