
Giovanni Covone - Altre Terre
Professore associato, docente di Astronomia ed Astrofisica presso il Dipartimento di Fisica della Federico II di Napoli. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Fisica nel 2000 presso l'Università Federico II di Napoli. Ha lavorato all'estero presso MIT (Boston, durante il dottorato), il Telescopio Nazionale Galileo (Santa Cruz de La Palma, Spagna) Laboratoire d'Astrophysique de Marseille (Francia), Osservatorio Astronomico di Capodimonte (Napoli) e dal 2008 è ricercatore e poi professore associato all'Università Federico II di Napoli. I principali temi di ricerca sono la natura e la distribuzione della materia oscura, l'evoluzione delle strutture cosmiche e lo sviluppo del pensiero scientifico. In particolare si interessa di cosmologia osservativa (studio della materia oscura e nelle galassie) e della ricerca di pianeti extrasolari simili alla Terra tramite la tecnica nota come "gravitational lensing". È titolare del corso di Cosmologia (presso il Dipartimento di Fisica) e dal 2019 tiene il corso "Fondamenti di Fisica e Cosmologia" per studenti della Laurea Magistrale in Filosofia. Per mio piacere è la terza volta che incontro Giovanni qui a Potenza, e sono contento di poterlo avere qui durante i suoi numerosi viaggi in giro per l’Italia.
Il libro che presentiamo è un’opera godibile, chiara, bella, premiata da una giuria composta da studenti delle scuole secondarie superiori italiane con il Premio Asimov per l’editoria scientifica 2024. La ragione di questo riconoscimento conto di farla intuire da questa chiacchierata.
1) Altre terre, viaggio alla scoperta di pianeti extrasolari è il primo libro di Giovanni. Parliamo quindi di un viaggio che è innanzitutto personale, quello di un giovane studente di fisica interessato ai nuovi modelli teorici per spiegare le prime fasi di vita dell’Universo e che, invece, grazie all’incontro con il prof. De Ritis intraprenderà il percorso della ricerca dei pianeti extrasolari. Allora vorrei chiederti innanzitutto come hai iniziato ad occuparti di astrofisica ed in particolare del campo della ricerca dei pianeti extrasolari.
2) Il secondo aspetto di questo viaggio affascinante è quello che riguarda la scienza. Personalmente sono rimasto colpito da due storie del libro e che vorrei tu ci raccontassi anche in relazione alla loro importanza ai fini della ricerca: quella di Van de Kamp e quella di Campbell.
3) Con queste due storie, Giovanni, abbiamo parlato di insuccesso, di errore, di sfiducia. A volte siamo portati a credere che la scienza sia fatta di “magnifiche sorti e progressive” come scrive ironicamente Leopardi ne La ginestra. In realtà tu racconti tanti insuccessi ed errori nel libro (Jacobs, Lyne…). L’errore è la base per “mostrarci la strada della verità” e per il progresso successivo?
4) Il cuore del libro a me sembra essere la vera e propria domanda su altri abitanti nell’Universo. A questo punto del nostro percorso di ricerca, “siamo soli nell’Universo”? A che punto siamo tra il paradosso di Fermi (che durante una discussione informale nel 1950, espose un interrogativo che ancora oggi rimane senza risposta certa: “Dove sono tutti?” riferendosi all’apparente mancanza di prove conclusive dell’esistenza di civiltà extraterrestri, nonostante le possibilità teoriche di vita nel cosmo) e la convinzione di Struve sulla grande probabilità che molti miliardi di pianeti della Via Lattea ospitino forme di vita intelligente?
5) Ci sono molte altre storie interessanti nel libro che riguardano i pianeti: la storia del declassamento di Plutone, i pianeti “perduti”, i pianeti che orbitano intorno ad una pulsar, i gioviani caldi, le super-Terre. A che punto siamo nella ricerca dei pianeti extrasolari?
6) Un libro nel libro, Giovanni, potrebbe chiamarsi Altri libri o le avventure dello scrittore. Ci sono tanti riferimenti ovviamente alla filosofia, che per prima si è interrogata sull’Universo, ma poi anche alla letteratura (Leopardi, Montale, Asimov, Edgar Allan Poe, Calvino, Levi, Dante, De Luca…). Quanto entrano in relazione l’immaginario letterario e cinematografico (citi Interstellar, 2001 Odissea nello spazio, Star wars) e la ricerca scientifica in senso stretto?
7) Mi raccontavi, l’ultima volta, che oramai l’osservazione astronomica non è più fatta come ai tempi di Galilei, direttamente col telescopio, ma analizzando dati trasmessi ad un computer, secondo tecniche diverse: microlensing gravitazionale, transiti fotometrici… e con strumenti diversi (giganteschi telescopi terrestri, telescopi orbitanti, radiotelescopi). Qual è il punto sulle tecniche più promettenti nella ricerca dei pianeti?
8) Tornando al libro. Come ti è venuta l’idea di corredare il libro con figure, disegnate da te, che esplicitano alcune idee presenti (un po’ come le incisioni di Galileo nel suo Sidereus Nuncius)?
9) Nel libro si fa cenno anche alla scoperta di TOI-700d, il primo “gemello” della Terra, come è stato definito anche con toni sensazionalistici dalla stampa. È realmente un pianeta simile alla Terra o allo stato attuale non abbiamo modo di sapere esattamente come sia fatto?
10) Per tutta la serata ci abbiamo girato intorno, come un pianeta intorno ad una stella. I pianeti diciamo abitabili, anche se esistessero (ma la Natura ci ha sorpreso con tanti altri tipi di pianeta) non sarebbero raggiungibili, si troverebbero a distanze siderali da noi. E allora: a che cosa punta la ricerca? È dettata solo dalla curiositas? Dall’inesausto desiderio di conoscenza del genere umano? O solo per capire la casualità, la fragilità e l’importanza del nostro “pallido puntino blu”?
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