Caro Pino,
ho comprato il libro quasi come il catalogo di una mostra, quando, dopo aver attraversato le sale ed esserti soffermato sui dipinti, decidi di portarti a casa un ricordo, la memoria di quel giorno, per rivedere poi, e magari rivivere con calma, i sentimenti attraversati, i pensieri avuti. C'era l'idea, anche, di un momento ormai passato, a cui guardare forse con timore, con le paure di quei giorni, ma anche con quella speranza che ci teneva uniti, il pensiero che sarebbe passato.
Ti confesso invece l'angoscia nel rileggere quelle parole, come se fossero ancora presenti e con, in più, il sentimento di un tempo passato invano. Come se insomma, per riprendere l'immagine dell'inizio, fossi ancora dentro al museo, girando per le sale senza trovare l'uscita, nemmeno quella di sicurezza.
L'ho riposto così nella libreria, in attesa di tempi migliori, in cui poterlo prendere e rileggere con più distacco, quando davvero tutto questo sarà un tempo lontano e non mi interrogasse più sul mio essere oggi, sulle nostre famiglie, i nostri figli, i nostri amici, su quello che sono, siamo diventati, su quello che abbiamo perduto, per sempre, e su quello che ci è restato.
Quando tutto questo sarà stato rielaborato, quando sarò riuscito ad attraversare questo tempo senza tornare con la mente al dolore, quando questo dolore non farà più così male, allora potrò riprenderlo in mano con fiducia e con un sorriso.
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